Umanistica
Del mito e dell'ottimismo
Nel nostro profondo sonno
siamo stati sognatori dallo spirito ottimistico,
di cui vediamo nelle ore di veglia
le opere di annientamento nella nostra civiltà.
La sventura comincia a incrinare
la nostra fede teoretica
nella logica delle apparenze
e nei progressi della scienza.
Un risveglio sarà possibile,
un nuovo corso delle cose,
senza tempo, spazio e causalità,
solo con l'audacia della compassione,
cifra autentica di un dio
immerso nella tragicità dell'esistenza.
L'armonica magia
"Mistero eterno: ciò che siamoe cerchiamo, non possiamo trovare:ciò che troviamo, non siamo.Delia, che ora sarà?"(F. Hölderlin, La morte di Empedocle)
Empedocle siceliota
il confidente della natura,
la cui voce melodia e spirito le sue parole,
colui che toccò il fondo del suo dolore,
al cui passaggio,
la natura, gli alberi, le fonti e le ombre dei boschi, scrutavano l'andare,
in lui si fa presente la vita in tutte le sue forze
e la sua presenza a noi è estranea,
noi che della vita non siamo che il sogno.
Non apparteniamo a nessuno,
non c'è forza nel nostro amore,
non c'è ricordo che non sbiadisce,
se non nella memoria del poeta che tutto rinnova.
La preghiera
impaziente nell'ottenere
prende il passo al desiderio
incessante nel suo ridestare.
Ancora.
Questo fuoco che si spegne,
questo andare che si confonde e si perde.
Ancora.